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21- Riunione di emergenza su situazione Libia (manifestazioni)

Riunione di emergenza su situazione Libia lunedi' 21 ore 18

 

vista l'escalation in corso in relazione all'intervento militare in Libia,

proponiamo di vederci in una riunione cittadina per discutere il da farsi.

La proposta è di farla lunedi 21 marzo alle ore 18.00 nei locali di via Giolitti 231.

Sarebbe bene che almeno un compagno per realtà fosse presente.

ciao a tutti

Sergio Cararo

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Iniziato il count down per i bombardamenti sulla Libia

I primi appuntamenti per la mobilitazione contro l'intervento militare

di redazione*

 

Francia e Gran Bretagna accelerano i preparativi per l'attacco militare alla Libia. Gli USA "esternalizzano" e mandano avanti l'Egitto e il Qatar. Al Jazeera si prepara alla copertura mediatica dell'aggressione nel mondo arabo.

Il primo ministro britannico David Cameron, intervenendo questa mattina in Parlamento, ha annunciato che la Gran Bretagna fra poco inizierà a spostare jet da combattimento verso le basi da cui potranno partire per l'operazione militare sulla Libia. "La Gran Bretagna metterà in campo aerei Tornado e Typhoon così come velivoli da rifornimento in volo e da sorveglianza", ha detto Cameron al parlamento. "I preparativi per spostare questi aerei sono già cominciati e nelle prossime ore verranno trasferiti nelle basi aeree da cui potranno partire per compiere l'azione necessaria".

Nel frattempo fonti francesi – riferisce la Reuters - hanno affermato che un'azione potrebbe essere questione di ore e potrebbe vedere all'opera i contingenti aereo-navali di Francia, Gran Bretagna, forse gli Stati Uniti, e uno o più paesi arabi. Il Qatar – proprietario e sede della televisione satellitare Al Jazeera - ha dichiarato che farà la sua parte, ma non è chiaro se questo significherà un impegno militare diretto. In compenso la copertura mediatica e la legittimazione nel mondo arabo dell'attacco militare sulla Libia verrà assicurato da questa petromonarchia del Golfo.

Un funzionario USA, interpellato dalle agenzie, ha precisato che non è previsto nell'immediato un intervento militare del suo paese. E' probabile che gli USA stiano praticando al momento “l'esternalizzazione” del sostegno militare ai ribelli. Secondo Il Wall Street Journal di oggi, l’esercito egiziano sta rifornendo di armi i ribelli libici impegnati contro Muammar Gheddafi, trasportando rifornimenti militari lungo il confine con la Libia. Il Wall Street Journal, precisa anche che Washington è a conoscenza della consegna di armi da parte del governo provvisorio del Cairo ai ribelli di Bengasi. Secondo il giornale americano, il trasferimento di armi egiziane verso la Libia è iniziato “pochi giorni fa” e sta continuando, come spiega un alto ufficiale USA in condizione di anonimato.

Si muove intanto anche la mobilitazione contro l'attacco militare sulla Libia. A Bologna è stata convocata una manifestazione per sabato mattina alle 11.00 in piazza del Nettuno. A Roma è scattata la pre-mobilitazione: in caso di inizio dei bombardamenti tutti in piazza lo stesso giorno dell'attacco alle ore 17.00 in piazza Farnese dove ha sede l'ambasciata francese.

* www.contropiano.org

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Nessuna complicità con l’intervento militare contro la Libia

Comunicato stampa della Rete dei Comunisti

 

Con la decisione del Consiglio di Sicurezza dellìONU, è ormai evidente come per gli Stati Uniti e per le potenze europee la posta in gioco in Libia non siano affatto i diritti del popolo libico quanto gli abbondanti giacimenti e rifornimenti di petrolio e di gas. Un obiettivo questo ritenuto strategico di fronte all’acutizzazione della crisi economica internazionale e dalla inevitabile escalation dei prezzi energetici nei prossimi giorni

Di fronte agli aerei e alle navi militari che stanno scaldando i motori per andare a bombardare la Libia per "proteggere i civili", non ci si può che indignare ricordando come niente di tutto questo fu messo in campo mentre le forze armate israeliane bombardavano senza pietà la popolazione palestinese rinchiusa nella gabbia di Gaza tra il 2008 e il 2009 (1.400 i morti, la metà civili inermi, quasi il quadruplo delle vittime di queste settimane in Libia). Due pesi e due misure? No, complicità con i crimini di guerra e interessi strategici su gas e petrolio che prevalgono sistematicamente su ogni diritto umano e dei popoli.

L’intervento militare delle potenze della NATO in Libia – le cui avvisaglie erano già state anticipate dall’utilizzo sul terreno di guerra di commandos e consiglieri militari occidentali - suona inoltre come monito e minaccia anche contro i movimenti popolari in Tunisia, Egitto, Algeria, i quali hanno avviato processi di cambiamento importanti ma i cui esiti rappresentano ancora una incognita per gli interessi delle multinazionali statunitensi ed europee e per gli interessi geopolitici delle varie potenze.

Il futuro della Libia potrà anche fare a meno della leadership di Gheddafi e del suo inconseguente “anticolonialismo”, ma è del tutto inaccettabile che questo futuro venga ipotecato dagli interessi materiali e strategici degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sulle risorse energetiche del paese e non dalla decisione della popolazione e dalle aspirazioni democratiche.
Affermiamo fin ora che non intendiamo essere in alcun modo complici dell’aggressione militare degli USA, delle potenze europee o dell’ONU contro la Libia.

Prepariamo la mobilitazione in tutte le città contro la nuova guerra nel Mediterraneo e contro i complici dell’intervento militare “umanitario” in Libia. No all'uso delle basi militari in Italia per l'aggressione contro la Libia.

Roma, 18 marzo 2011

p. La Rete dei Comunisti

Sergio Cararo

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