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17- [Milano] Israeliani e palestinesi (seminario)

17.12.2012

Israeliani e Palestinesi a Milano per ricostruire la pace
Un'iniziativa CIPMO in collaborazione con i Comitati per l’Iniziativa di Ginevra e grazie al sostegno del Ministero degli Affari Esteri e Fondazione CARIPLO


In questi giorni si è svolto, presso il Comune di Milano, a Palazzo Marino, un seminario riservato tra 10 personalità israeliane e palestinesi, esperte negli aspetti giuridici, amministrativi e di sicurezza, per discutere del tema: “Tra Final Status e management del conflitto: il possibile uso delle Confidence Building Measures e i possibili percorsi di riconciliazione”.

I lavori sono stati coordinati da Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO – Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente, che ha promosso il seminario, in collaborazione con i Comitati israeliano e palestinese dell’Iniziativa di Ginevra e grazie al sostegno della Direzione Generale Affari Politici del Ministero degli Affari Esteri e della Fondazione CARIPLO.
La delegazione israeliana era guidata da Israela Oron, già  Deputy National Security Advisor presso l’Israel National Security Council (NSC) e Capo del Head Women’s Corps dell’IDF, mentre quella palestinese era guidata da Samih Abed, Membro del Palestinian Negotiation Team and già Ministro dei Lavori Pubblici e dell’Edilizia, attualmente CEO della Palestinian Company for the Development of the Dead Sea & Jordan Valley.
 
I lavori sono stati aperti da un saluto di Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.
 
All’inizio è stata data lettura di un messaggio del Consigliere Carlo Batori, responsabile dell’Ufficio Medio Oriente e Lega Araba – DG Affari Politici del Ministero degli Esteri, che si è concentrato sulla illustrazione degli elementi salienti della posizione assunta assunta dall’Italia in sede di votazione all’Assemblea Generale dell’ONU sul riconoscimento della Palestina come Stato Osservatore non membro.
 
I Lavori si sono articolati in due momenti: Il primo giorno si è discusso delle conseguenze della recente crisi a Gaza  e del voto sulla Palestina all’ONU. I presenti sono stati d’accordo sul fatto che il riconoscimento della Palestina come Stato non membro costituisce non un ostacolo ma una opportunità, per consentire una rapida ripresa dei negoziati sul Final Status, nel quadro di una soluzione a Due Stati, superando le precedenti opposte pregiudiziali.E’ stata avanzata l’dea di adottare un meccanismo negoziale con due corsie, che dovrebbero prendere avvio subito e contestualmente, e procedere in parallelo: una prima corsia, di un anno, dovrebbe affrontare i problemi del territorio e dei confini; gli aspetti di sicurezza; i temi connessi allo sviluppo economico: questioni su cui si è già lavorato molto e che possono essere definiti più rapidamente. La seconda corsia dovrebbe affrontare i temi più complessi, come la questione dei rifugiati, quella di Gerusalemme come capitale dei due Stati e gli aspetti di competenza interstatale (acqua, ambiente, energia, risorse naturali).
 
Parallelamente, e non preliminarmente come era previsto nella Road Map, entrambe le parti dovrebbero adottare specifiche Confidence Building Measures (CBM), in maniera bilaterale o anche unilaterale: misure che facilitino l’avvio del negoziato e ne accompagnino lo sviluppo, e dovrebbero evitare azioni provocatorie che possano metterlo in pericolo.
 
Quali esempi di specifiche misure da adottare, sono state proposte le seguenti: consolidamento e sviluppo della cooperazione tra le due parti in materia di sicurezza; rilascio di prigionieri palestinesi, soprattutto quelli detenuti da prima degli accordi di Oslo; proibizione della propaganda che incoraggia la violenza e l’istigazione ad essa da parte dei due Stati; da parte palestinese, impegno a non sostenere o incoraggiare il boicottaggio di Israele da parte della Comunità Internazionale; da parte israeliana, favorire un maggiore sviluppo economico palestinese facilitando le esportazioni, le importazioni e le relazioni commerciali, dentro la Palestina e tra le due parti.

Nel secondo giorno, si è portato avanti il lavoro sul tema della riconciliazione tra i due popoli,  nella fase successiva alla definizione del Final Status (sulla falsariga dell’esperienza sudafricana). Si sta infatti portando avanti un’ipotesi di lavoro congiunto per rendere possibile la costruzione di un comune percorso di riconciliazione, lavoro già avviato in un precedente seminario svoltosi a Roma nel giugno scorso.
Quattro le aree già individuate: il diritto di sapere; il diritto alla giustizia; il diritto alle riparazioni; il diritto a evitare che tutto possa ripetersi.
Nel corso di questo seminario, il tema affrontato è stato il quarto, “il diritto a evitare che tutto possa ripetersi” ed ovviamente la discussione è stata molto articolata, e la discussione è viva e puntuale. Questi i punti specifici affrontati: leggi e regolamenti; riforme istituzionali necessarie, da entrambe le parti; riforme nel sistema educativo; social network e media; controllo civile e democratico delle istituzioni di sicurezza. Su tutti, si è arrivati ad una formulazione finale condivisa. Si tratta ancora di una fase intermedia del progetto, che dovrà trovare ulteriori occasioni di verifica e di confronto.

info : http://www.cipmo.org/vita-cipmo/2012/seminario-cipmo-dicembre-2012-milano.html

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