Appello antifascista e antisionista verso il 27 gennaio 2013 NELLE CELEBRAZIONI DEL GIORNO DELLA MEMORIA RICORDIAMO LO STERMINIO NAZIFASCISTA DEGLI EBREI E I MASSACRI SIONISTI DEI PALESTINESI PER LA FINE DELL’OCCUPAZIONE E DELL’APARTHEID PER IL DIRITTO AL RITORNO DEI PROFUGHI PALESTINESI PER UNO STATO UNICO IN PALESTINA IN CUI ARABI ED EBREI ABBIANO UGUALI DIRITTI “Sono convinto che Israele in quanto Jewish State è un pericolo non solo per se stesso e per i suoi abitanti, ma per tutti gli ebrei e per gli altri popoli e stati del Medio Oriente e anche altrove.”
Dal libro “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak, sopravvissuto al campo di sterminio di Bergen-Belsen Istituito nel 2000 in Italia, il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, e perciò particolarmente sentita dalle comunità ebraiche in Italia e in altri paesi europei. La scelta della data fa riferimento alla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa sovietica il 27 gennaio 1945. Quest’anno invitiamo tutti gli individui e le realtà antifasciste a intervenire alle iniziative di commemorazione del Giorno della Memoria sottolineando i due seguenti aspetti: A) ricordare gli eventi del passato deve servire a dare continuità all’antifascismo oggi, cosa che spesso viene platealmente omessa, soprattutto a livello istituzionale (anche nelle celebrazioni del 25 aprile). Ad esempio il Comune di Torino, che il prossimo 27 gennaio terrà una commemorazione ufficiale del Giorno della Memoria, il 15 dicembre scorso ha permesso che un gruppo dichiaratamente fascista, Forza Nuova (a quanto pare si trattava di una ventina di persone), sfilasse per le strade della città, e gli antifascisti che volevano impedire lo squallido evento sono stati caricati dalla polizia. B) non si può essere coerentemente antifascisti senza essere anche antisionisti : il Sionismo è nato 50 anni prima della seconda guerra mondiale e della Shoah, come progetto coloniale di insediamento e di costituzione di uno “stato per soli ebrei”, ed è stato caratterizzato sin dall’inizio da una logica di guerra e pulizia etnica. La costituzione dello stato di Israele ha continuato, e continua tuttora questa politica, con i massacri a Gaza, l’espropriazione delle terre palestinesi, la costituzione di colonie illegali, l’apartheid in quel che resta dei territori palestinesi, le discriminazioni nei confronti dei cittadini non ebrei di Israele. Questa politica incontra sempre più l’indignazione di milioni di persone in tutto il mondo e il fallimento degli accordi di Oslo è sotto gli occhi di tutti: è sempre più urgente discutere di un processo di decolonizzazione dello stato sionista e di costituzione in Palestina di un unico paese in cui ebrei e arabi abbiano uguali diritti. Questa prospettiva viene agitata come uno spauracchio da molti commentatori, mentre è l’unico modo per arrivare alla pace in Palestina: auspichiamo che nelle comunità ebraiche si sviluppi un dibattito che porti sempre più persone a mettere in discussione il Sionismo, così come hanno fatto e stanno facendo molti cittadini ebrei di tutto il mondo. La lunga tradizione antifascista della comunità, in particolare torinese, la Memoria delle persecuzioni subite con altri soggetti non possono tradursi nel sostegno a Israele, che da decenni opprime un altro popolo, ma possono recuperare le istanze socialiste e di uguaglianza che caratterizzarono lo sviluppo delle comunità ebraiche in passato. Così come denunciamo la politica estera di guerra e aggressione del governo italiano, volta a opprimere e sfruttare i popoli del sud del mondo per garantire la superiorità economica dell’Occidente, denunciamo e contrastiamo l’alleanza del governo italiano con lo stato sionista. Preferiamo considerarci tutti/e cittadini/e di un mondo di liberi ed eguali, e batterci per costruirlo. Collettivo Boycott Israel (Torino) – per uno stato unico in Palestina
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