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10- Negli occhi di Sherazade: parole, immagini, musica e calligrafia

Comunicato stampa

 

Negli occhi di Sherazade: parole, immagini, musica e calligrafia

per raccontare le rifugiate irachene

 

Roma, 5 novembre - I dossier diffusi da Wikileaks sulle atrocita' della guerra in Iraq dimostrano che sono le donne e i bambini ad aver pagato il prezzo piu' alto del conflitto. Se finalmente sull'inferno iracheno si e' aperto un spiraglio di luce, le vite di quelle persone che sono riuscite a scappare dal Paese restano ancora avvolte nelle tenebre del silenzio mediatico. E' la storia di molte donne irachene, private della possibilita' di condurre un'esistenza dignitosa e spesso vittime di abusi e violenze. Un ponte per… e la Jordanian Women's Union (Unione delle Donne Giordane, Ong che si occupa di proteggere le donne vittime di abusi, fornendo assistenza sanitaria, legale e promuovendo campagne di informazione sul tema), con il contributo del Comune di Roma, organizzano un seminario dal titolo ''Negli occhi di Sherazade: parole, immagini, musica e calligrafia per raccontare le rifugiate irachene''.

 

Il 10 novembre la Casa Internazionale delle Donne  (Via della Lungara 19 – Roma) ospitera' due incontri di approfondimento dedicati alle tematiche di genere:                                                                                                                                   

-          la mattina (10-12) la direttrice della Jordanian Women's Union (JWU), Nadia Shamroukh e Sara Martini operatrice di BeFree (Cooperativa sociale italiana contro tratta, violenze e discriminazioni) intervengono a un seminario dedicato alle scuole superiori;

-           il pomeriggio (18.30-20.30) Paola Gasparoli modera una tavola rotonda con la partecipazione del dott. Marco Cochi, delegato del Sindaco di Roma per la cooperazione decentrata,  Nadia ShamroukhOria Gargano, fondatrice di Befree, Nadia Cervone delle Donne in Nero (movimento internazionale di Donne per la Pace) Loretta Mussi, presidente di Un ponte per….

 

La fotografa Simona Ghizzoni dell'agenzia Contrasto presentera' l'anteprima della mostra fotografica ''Lie in wait'' dedicata alla condizione delle rifugiate irachene in Giordania e che verra' inaugurata il 25 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, alla Galleria ''The House of Love and Dissent'', Rione Monti, insieme al reportage multimediale prodotto e realizzato con Gianluca Arcopinto.  Nell'ambito dello stesso progetto il 10 dicembre si esibiranno Khyam Allami (Iraq) e Andrea Piccioni (Italia/Sicilia), con il progetto Sound of Disquiet. Dall'11 al 19 dicembre la Galleria ALIF (San Lorenzo) ospitera' la mostra di calligrafia araba ''Negli occhi di Sherazade'' di Bibi Trabucchi.

 

Chi e' Nadia Shamroukh

Nadia Shamroukh e' la direttrice della Jordanian Women's Union (JWU), organizzazione di attiviste giordane che dal 1974 lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne nel mondo arabo e per la protezione di quelle che subiscono abusi. Nadia e' l’anima dell'Unione, la portavoce presso le istituzioni giordane dell'attivita' di lobby per la modifica del diritto di famiglia in Giordania e in altri quattro Paesi della regione. Leader delle reti regionali della JWU (che ha delle ''gemelle'' in Libano, Siria, Egitto, Barhein). Di origine palestinese, Nadia e' un avvocato, una formatrice, ma soprattutto un'attivista per i diritti delle donne.

 

La diaspora irachena: una tragedia senza fine

La guerra in Iraq ha prodotto uno dei piu' grandi esodi del Medio Oriente, dopo quello palestinese del 1948. La Giordania ha accolto un numero imprecisato che va dalle 450 alle 750 mila persone ma, non avendo aderito alla convenzione Onu sui profughi del 1951, li considera ''ospiti'', negando loro il diritto alla salute, allo studio e al lavoro. Qualsiasi violazione viene sanzionata con l'espulsione. I dati 2010 sul numero degli iracheni presenti nel Paese forniti dalle istituzioni giordane: per Amman sarebbero circa 450 mila, di cui solo 50 mila persone godono dei programmi di assistenza ONU e delle ong internazionali come Un Ponte per...

 

Il progetto di Un ponte per…:

Il  progetto “Servizio di salute integrato per le comunità di rifugiati iracheni in Giordania” s’inserisce nell’ambito di un programma pluriennale portato avanti da Un ponte per... dall’inizio della guerra del 2003 per assistere i circa due milioni di profughi iracheni scappati dal Paese per fuggire alle violenze del conflitto e rifugiati negli Stati confinanti, in primis Giordania e Siria. L'intervento co-finanziato dal Comune di Roma e' pensato per rispondere ai bisogni socio-sanitari della comunità irachena in Giordania, con particolare attenzione alla popolazione femminile. Tra le attivita', lo scorso 5 ottobre e' stata inaugurata in Giordania un'unita' medica mobile che fornira' assistenza sanitaria e medicinali gratuiti agli abitanti delle zone piu' povere delle aree limitrofe alla capitale e del nord del Paese. Un altro aspetto del progetto riguarda la sensibilizzazione dei cittadini di Roma sulle tematiche di genere e sulla condizione delle rifugiate irachene attraverso l'organizzazione di cinque eventi di carattere culturale e informativo.

 

Per aggiornamenti consultate anche: www.osservatorioiraq.it

 

Francesca Manfroni
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