EVENTI a Roma riguardanti Medio Oriente e Mondo Arabo (Calendario)

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17/18/19- PER RICORDARE VITTORIO ARRIGONI

Presidio permanente a Montecitorio per Vittorio Arrigoni

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PETIZIONI

Scriviamo al Presidente Napolitano per chiedere funerali di stato per Vittorio Arrigoni

http://www.facebook.com/pages/Scriviamo-al-Presidente-Napolitano-funerali-di-stato-per-Vittorio-Arrigoni/208873019130744#!/pages/Scriviamo-al-Presidente-Napolitano-funerali-di-stato-per-Vittorio-Arrigoni/208873019130744?sk=info
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Aiutare i bambini palestinesi:
http://www.pcrf.net/?page_id=151
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Petizione on line per la rimozione di Claudio Pagliara dal ruolo di corrispondente Rai dal Medio Oriente:
http://www.petizionionline.it/firme/petizione-popolare-per-la-rimozione-di-claudio-pagliara-dal-ruolo-di-corrispondente-rai-dal-medio-oriente/2873/1
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NOTIZIE

ANCHE A DAMASCO SI PIANGE VITTORIO
Non solo i profughi palestinesi ma lo ricordano anche i siriani che lo avevano incontrato in internet, leggendo le sue continue informazioni dalla Striscia di Gaza.
http://www.nena-news.com/?p=9046

VITTORIO: TUTTA GAZA CONTRO GLI ASSASSINI
«Grazie di aver portato Vittorio in questo mondo. Mamma, per favore perdonaci per non essere stati capaci di proteggere Vittorio!», ha scritto un ragazzo palestinese rivolgendosi alla madre dell’attivista ucciso.
http://www.nena-news.com/?p=9042

FREEDOM FLOTILLA: IN ONORE DI VITTORIO ARRIGONI
Il viaggio delle navi che cercheranno di rompere via mare l’assedio a cui è sottoposta la popolazione palestinese di Gaza, sarà in onore del volontario ucciso nella Striscia. Lo ha deciso ieri il Direttivo della Freedom Flotilla.
http://www.nena-news.com/?p=9026

CHE L’ASSASSINIO DI VITTORIO NON SIA INUTILE
L'appello dei cooperanti italiani a Gaza: all'opinione pubblica, perché non si abbandoni alla banale equazione tra palestinesi, terroristi, islàm e fondamentalismi. Ma anche un appello alla comunità internazionale oggi più che mai, perché la popolazione di Gaza non venga lasciata sola.
http://www.nena-news.com/?p=9002

ADDIO VITTORIO, RESTIAMO UMANI

Raduni, presidi, veglie, nei Territori Palestinesi sotto occupazione come in Italia. A Gaza City in centinaia, per ricordare e piangere Vittorio Arrigoni.
http://www.nena-news.com/?p=8997

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EGITTO PER VITTORIO
il 18 aprile alle 19:30 una fiaccolata x Vittorio davanti all'ambaciata italiana al Cairo organizzata dagli attivisti egiziani.
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FUNERALI DI VITTORIO

Lunedi' a Gaza ci saranno i funerali di Stato per Vittorio Arrigoni.
Martedì partirà per l'Italia passando dall'Egitto attraverso il valico di Rafah.
Mercoledì o in settimana, secondo quanto tempo dovrà trattenersi per accertamenti, si terranno i funerali a Bulciago (Lecco).

Vittorio rientrerà MERCOLEDI 20/04 con Volo Alitalia AZ 895 con partenza ore 16 ora locale dal Cairo 3 arrivo a Roma Fiumicino alle ore 19.35-

UN FIORE E UNA KEFIAH PER VIK
Arriverà all’aeroporto di Fiumicino mercoledì 20 aprile, intorno alle 19,30, la salma di Vittorio Arrigoni.
Vittorio ha lasciato Gaza, per l’ultima volta, passando attraverso il valico di Rafah e non attraverso Israele, come chiesto dalla mamma e come avrebbe voluto Vik stesso.
Prepariamoci ad accogliere Vittorio Arrigoni con il dovuto affetto verso un pacifista che ha dedicato la sua vita ai diritti del popolo palestinese con l’impegno a rilanciare un imperativo che non dimenticheremo: Restiamo Umani!
APPUNTAMENTO ALLE 19
ALL'AEROPORTO DI FIUMICINO - TERMINAL CARGO CITY

Il Forum Palestina
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AGGIORNAMENTI SUL PRESIDIO A MONTECITORIO
Il presidio a piazza Montecitorio per Vittorio Arrigoni resterà aperto fino alle H.16 di martedì 19 aprile

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VIDEO

Vittorio Arrigoni, intervista inedita
su Savonanews.it, girata a Gaza - Jabalia da Mario Molinari. Il montaggio del filmato era e resterà incompiuto dopo l'omicidio di Vittorio. Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
http://www.youtube.com/watch?v=Sm8-SRm6BCA&feature=player_embedded#at=19
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ARTICOLO


L’assassinio di Vittorio Arrigoni.

Cercare di spiegare, soprattutto di spiegarsi e dare un senso al non senso è
in queste ore particolarmente difficile. L’assassinio di Vittorio ha un
senso? Serve a spiegarlo chiedersi a chi giova un altro atto barbarico e
insensato?
L’assassinio di Juliano Mer Khamis avvenuto il 4 aprile nel campo profughi
di Jenin e quello di Vittorio Arrigoni a Gaza sono inseriti nella medesima
logica e da entrambi viene un segnale allarmante: il tentativo di ingabbiare
la società palestinese all’interno di una visione del mondo
nazionalistica-religiosa che pretende di risolvere il dramma palestinese con
l’isolazionismo. E questo al di là del fatto se si riuscirà a stabilire le
reali responsabilità di questo atto tremendo. In altri termini: la sostanza
non cambierà se sarà accertata la responsabilità delle cellule salafite
presenti nella Striscia di Gaza o, come pensano alcuni, si tratta di un
«omicidio su commissione». Non è né una sorpresa, né una novità che Vittorio
fosse sulla lista nera sia del governo israeliano, sia dei coloni e della
destra estrema israeliana.
Il fatto che Vittorio Arrigoni sembrava essere stato vittima di un rapimento
poteva inquadrare il suo caso in un’altra ottica. Ma la differenza, tra
l’assassinio di Juliano e quello di Vittorio, non è che apparente, perché
ciò avrebbe offerto almeno qualche chance a Vittorio di poter continuare a
vivere.
Una cosa è certa: in Italia c’è chi sta festeggiando questo assassinio che
elimina un testimone testardo, scomodo e seccante. Parliamo di quel primo
ministro che aveva annunciato alla radio israeliana che avrebbe fatto di
tutto per fermare la partenza della seconda Freedom Flotilla e della nave
italiana «Stefano Chiarini». Anche il presidente Napolitano avrebbe fatto
bene a tacere. Dopo aver ripulito il sionismo dalla sua essenza
colonialistica, razzista e violenta, egli ha additato l’antisionismo come
un’attitudine antisemita. Anch’egli dunque si è posto in qualche modo a
sostegno di coloro che vedevano Juliano e Vittorio come nemici da eliminare.

Chi ha condiviso la battaglia di Vittorio non può accettare che i complici
dell’assedio di Gaza e quindi del suo assassinio, che oggi sono al governo
del nostro sventurato Paese, si associno impunemente al nostro dolore e al
dolore della famiglia.
Ora molti saranno i pescecani che si butteranno sul corpo ancora caldo di
Vittorio, facendo intendere che nulla può cambiare. Il loro messaggio sarà
chiaro: i palestinesi sono dei barbari che uccidono brutalmente chi gli
tende una mano d’aiuto. A tutti costoro dobbiamo imporre il silenzio, perché
se in Palestina in questi anni l’integralismo islamico, armato o meno che
sia, ha potuto prendere il sopravvento, i responsabili siedono comodamente a
Tel Aviv, New York, Roma, ecc. Il loro cordoglio ipocrita non li assolverà
dalle loro responsabilità concrete nell’aver contribuito a creare il clima
nel quale crimini tanto orrendi e dannosi potessero verificarsi.
Tutti coloro e tutte coloro che da decenni chiudono gli occhi sulle atrocità
di cui il popolo palestinese è vittima, in tutte le sue componenti, sono i
veri responsabili di queste morti atroci, dell’imbarbarimento in cui
vorrebbero che i palestinesi sprofondassero per poter giustificare i propri
crimini, sempre rimasti impuniti.
Quando Vittorio raccontava all’Italia l’orrore programmato del massacro di
«Piombo fuso», dei crimini a «bassa intensità» contro i pescatori e i
contadini palestinesi, raccontava anche il concretizzarsi delle
responsabilità. Vittorio e Juliano sono vittime di quella logica complessiva
di cui sono rimasti vittime molti altri e altre: da Tom Hurndall a Rachel
Corrie, passando per Ciriello.
Oggi, apparentemente, Israele trae «solo» un vantaggio indiretto,
«passivamente». Ma non è così. Già a metà degli anni ’80, precedentemente
alla Prima Intifada, Israele aveva finanziato anche Hamas in funzione anti
OLP. Con il fallimento evidente del processo «negoziale» di Oslo e gli
eventi successivi, però, questa politica si rivelò un boomerang. Ancora una
volta ciò che l’apprendista stregone aveva nutrito gli si era rivoltato
contro e Hamas era diventato il nemico giurato «interno» dello Stato di
Israele.
È possibile che oggi stiamo assistendo ad una dinamica simile, con
l’aggravante dello sgretolamento della società palestinese vilmente
pianificato dagli israeliani. Essi sperano che questo sgretolamento possa
creare in Palestina un «clima iracheno» che si riverberi negativamente sulla
solidarietà internazionale verso i palestinesi. Il movimento internazionale
a questo punto è chiamato a una prova importante di maturità, perché è
necessario non chiudere gli occhi sugli effetti endogeni di quello che sta
accadendo, ormai da molti anni, nella società palestinese. Se ciò non
avverrà, i contraccolpi degli omicidi di Juliano e Vittorio saranno pesanti.

Oggi i popoli arabi in rivolta ci aiutano in questa prova. Anche in questo
senso il legame è stretto ed evidente. I milioni di persone che dalla
Tunisia all’Egitto, come in tanti altri Paesi arabi, sfidando regimi brutali
e sanguinari, scendono in campo per riprendersi ciò che gli è stato
barbaramente rubato, ci dicono che non siamo soli e non lo sono neanche loro
 Sfidare l’assedio di Gaza e sfidare le dittature è un’unica lotta. Certo,
dopo l’assassinio di Juliano e Vittorio saremo più soli, tutti e tutte: a
«tutte le latitudini e a tutte le longitudini» come diceva Vittorio. Se
riusciremo a non perdere il filo di questo legame, al di là delle frontiere,
allora la morte atroce di Juliano e di Vittorio e le loro vite generose non
saranno state vane.
Cinzia Nachira
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ARTICOLO E PDF RACCOLTA DI ARTICOLI Bocche scucite

“Qui a Gaza siamo tutti bersagli ambulanti,
nessuno escluso.
Mi ha appena contattato il consolato
italiano, dicono che domani evacueranno
l'ultima nostra concittadina, una anziana
suora che da vent'anni anni abitava nei
pressi della chiesa cattolica di Gaza, ormai
adottata dai palestinesi della Striscia.
Il console mi ha gentilmente pregato di
cogliere quest'ultima opportunità,
aggregarmi alla suora e scampare da
questo inferno.
L'ho ringraziato per la sua offerta, ma da
qui non mi muovo, non ce la faccio.
Per i lutti che abbiamo vissuto, prima
ancora che italiani, spagnoli, inglesi,
australiani, in questo momento siamo tutti
palestinesi.
Se solo per un minuto al giorno lo fossimo
tutti, credo che tutto questo massacro ci
verrebbe risparmiato.
Restiamo umani”

  Newsletter BoccheScucite 124.pdf
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Immagine disegno per Vittorio

http://twitpic.com/4l1xt3/full

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ARTICOLO DELLA MADRE DI VITTORIO:

“VITTORIO NON E' MAI STATO COSI' VIVO COME ORA”
 
Bisogna morire per diventare un eroe, per avere la prima pagina dei giornali, per avere le tv fuori di casa, bisogna morire per restare umani? Mi torna alla mente il Vittorio del Natale 2005, imprigionato nel carcere dell’aeroporto Ben Gurion, le cicatrici dei manettoni che gli hanno segato i polsi, i contatti negati con il consolato, il processo farsa. E la Pasqua dello stesso anno quando, alla frontiera giordana subito dopo il ponte di Allenbay, la polizia israeliana lo bloccò per impedirgli di entrare in Israele, lo caricò su un bus e in sette, una era una poliziotta, lo picchiarono «con arte», senza lasciare segni esteriori, da veri professionisti qual sono, scaraventandolo poi a terra e lanciandogli sul viso, come ultimo sfregio, i capelli strappatagli con i loro potenti anfibi.

Vittorio era un indesiderato in Israele. Troppo sovversivo, per aver manifestato con l’amico Gabriele l’anno prima con le donne e gli uomini nel villaggio di Budrus contro il muro della vergogna, insegnando e cantando insieme il nostro più bel canto partigiano: «O bella ciao, ciao…»

Non vidi allora televisioni, nemmeno quando, nell’autunno 2008, un commando assalì il peschereccio al largo di Rafah, in acque palestinesi e Vittorio fu rinchiuso a Ramle e poi rispedito a casa in tuta e ciabatte. Certo, ora non posso che ringraziare la stampa e la tv che ci hanno avvicinato con garbo, che hanno «presidiato» la nostra casa con riguardo, senza eccessi e mi hanno dato l’occasione per parlare di Vittorio e delle sue scelte ideali.
Questo figlio perduto, ma così vivo come forse non lo è stato mai, che come il seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti rigogliosi.
 
Lo vedo e lo sento già dalle parole degli amici, soprattutto dei giovani, alcuni vicini, altri lontanissimi che attraverso Vittorio hanno conosciuto e capito, tanto più ora, come si può dare un senso ad «Utopia», come la sete di giustizia e di pace, la fratellanza e la solidarietà abbiano ancora cittadinanza e che, come diceva Vittorio, «la Palestina può anche essere fuori dell’uscio di casa». Eravamo lontani con Vittorio, ma più che mai vicini. Come ora, con la sua presenza viva che ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, dal suo amato mar Mediterraneo, soffiando impetuoso ci consegni le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passandoci il testimone.
 
Restiamo umani.
http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/04/articolo/4472/

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Lasciatelo là?
18 aprile 2011 - Renato Sacco
 
C’è la morte nel titolo di prima pagina del quotidiano Libero, di domenica 17 aprile: “Lasciatelo là”. La morte dentro. Non perché si riferisce a Vittorio Arrigoni ucciso a Gaza. Non perché parla del ritorno della salma in Italia, senza passare da Israele, dove Vittorio da vivo, era considerato “persona indesiderata”. No, la morte è dentro a questo titolo agghiacciante, senza vergogna, senza pietà, senza pudore, neanche davanti a un cadavere. Se neanche di fronte a un corpo senza vita riusciamo a controllare i nostri istinti più bassi di polemica, di odio, di disprezzo... c’è davvero da preoccuparsi. C’è da chiedersi, e non è retorica: dove andremo a finire? Forse qualcuno vicino alla redazione di Libero, potrebbe parlare loro, con delicatezza, facendo notare che un conto è la macchina del fango, le polemiche con i potenti di turno, il giro di denaro e di potere che a volte attraversa titoli e gli scandali lanciati dal quotidiano milanese... e un conto è il rispetto, almeno dei morti.
È un qualcosa che ti tocca dentro, oltre alle regole scritte o non scritte. Lo stesso codice penale prevede il reato di vilipendio di cadavere, ma non è questo che voglio dire. Sarebbe un cadere su un terreno scivoloso e distruttivo. Non è neanche il caso di citare la famosa tragedia di Sofocle: Antigone. Sarebbe sciupata e forse neanche troppo compresa, una donna che sfida il potere, rischiando la morte per dare sepoltura a chi è stato ucciso.
Qui verrebbe da dire semplicemente... restiamo umani. Mi sembrava davvero troppo tacere davanti a un titolo come questo, che spicca in edicola proprio all’inizio della Settimana Santa, la settimana della passione, del dolore, della croce, della morte. E, invece, vogliamo non disperare sull’umanità che c’è nel cuore di tutti, anche se a volte è faticosa da scorgere.
 
http://www.peacelink.it/mosaico/a/33847.html

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Photo vik leaving gaza
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=155985637799181&set=a.155155507882194.35961.155151801215898&type=1&theater
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VITTORIO: STAMANI ADDIO SOLENNE A GAZA
http://www.nena-news.com/?p=9051

FOTOSTORIA E VIDEO: ADDIO A VITTORIO
http://www.nena-news.com/?p=9064

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http://freepalestine.noblogs.org/post/2011/04/18/gaza-saluta-vittorio/

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VIDEO

17/04/2011 Video - Gaza ricorda Vik 

Il video delle manifestazioni in memoria di Vik a Gaza. Commoventi i ricordi degli amici e Bella Ciao, cantata per lui.

http://vimeo.com/22504253

il video è stato realizzato da Mohammed Almejdalawi- assistente e responsabile alla documentazione del nostro progetto a Gaza "Let's Learn English". 

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ARTICOLO

Gaza, ucciso il compagno Vittorio Arrigoni dell’ International Solidarity Movement Basta attacchi alla solidarietà, basta al terrorismo di ogni genere! Restiamo umani!
Pubblicato da berni il 18 - aprile - 2011

A Gaza in Palestina, dopo un rapimento di alcune ore, è stato assassinato Vittorio Arrigoni, attivista dell’International Solidarity Movement. La rivendicazione del barbaro atto è venuta da un gruppo terrorista salafita pare vicino ad Al Qaeda, che tramite un video aveva richiesto ad Hamas di rilasciare alcuni suoi militanti detenuti. Ma non è stata attesa neanche la scadenza del breve ultimatum fissato dagli stessi islamisti.

Molti restano i punti oscuri della drammatica vicenda, a cominciare da come si possono essere mossi nell’ombra i servizi segreti israeliani che avevano da tempo messo sulla loro lista nera Vittorio Arrigoni, tenace oppositore del terrorismo di stato israeliano attuato sulle popolazioni palestinesi: egli era a Gaza a raccontare la stragista operazione militare israeliana “Piombo Fuso” di due anni fa.

Come Kronstadt Anarchico Toscano tramite la sua organizzazione, l’ISM operante a Gaza e in Cisgiordania, abbiamo cercato nel nostro piccolo di sostenere materialmente la resistenza delle popolazioni martoriate palestinesi, raccogliendo fondi tramite un’iniziativa presso il Rebeldia di Pisa che sono stati usati per aiutare un contadino palestinese a cui l’esercito israeliano aveva distrutto la casa.

Esprimiamo  sdegno e rabbia per questo crimine,siamo vicini e solidali ai cari di Vittorio e all’ISM.

Siamo davanti ad un attacco gravissimo, che colpisce un’ attivista per la pace, la libertà e la giustizia sociale in Palestina, che era molto conosciuto e apprezzato in particolare dalla gente di Gaza per il suo impegno. In Italia le sue corrispondenze per anni hanno documentato le condizioni in cui Israele tiene imprigionati un milione e mezzo di palestinesi nella enorme prigione a cielo aperto che è la Striscia di Gaza.

Questo assassinio è una sorta di avvertimento per colpire  tutte le persone impegnate nella solidarietà sul campo, per seminare terrore; un attacco alla solidarietà internazionalista, per isolare ulteriormente le popolazioni  palestinesi. Su queste pratiche criminali anti-umane e antisociali convergono sia reazionari gruppi islamisti anti-occidentali e anti-israeliani sia lo Stato d’Israele, responsabile della strage di volontari della Freedom flotilla il 31 maggio 2010.

Questo atroce delitto avviene in una fase di crescita della violenza militarista e integralista in tutta la Palestina. Solo pochi giorni prima a Jenin, in Cisgiordania, era stato ucciso Juliano Mer Khamis, fondatore e direttore del Freedom Theater. A questi omicidi mirati, contro persone impegnate in progetti culturali e solidali, si affiancano i raid militari dello Stato d’Israele che quasi quotidianamente fa vittime fra i civili di Gaza e la repressione dell’esercito israeliano nei confronti delle lotte autorganizzate contro il Muro dell’Apartheid nella West Bank. Questo crescendo mortifero è teso ad isolare la gente di Palestina dall’ondata di rivolte sociali in Medioriente e nel Maghreb; è anche un colpo alle attuali mobilitazioni dal basso di tanti giovani palestinesi contro il potere sia di Hamas che dell’ANP.

Kronstadt  Anarchico Toscano
www.kronstadt-toscana.org/

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LIBRO "GAZA RESTIAMO UMANI"

Ricordiamo Vittorio acquistando il suo libro Gaza - Restiamo umani e regaliamolo a tanti amici.

E' un modo per far conoscere Vittorio, il suo sguardo del mondo, e per portare avanti il suo progetto, un sostegno concreto al popolo palestinese, a Gaza.

Un Ponte per

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ARTICOLO

Voglio raccontare delle decine di bandiere italiane che, in questo stesso istante, svettano sotto il cielo di Gaza. Delle migliaia di persone che stanno scrivendo il nome di Vittorio sulla loro pelle, perché la sua morte non sia una morte vera, perché insieme al suo corpo non venga sepolta e infangata la lotta di una vita.  Vittorio chiedava il cessate il fuoco, voleva che la si smettesse di prendere a calci delle bambine di sei anni perché tentano di proteggere le madri, che si smettesse di uccidere (cinquanta palestinesi hanno perso la vita dall’inizio del 2011, nessun israeliano) e che si cominciasse ad ascoltare la seppur debolissima voce del popolo palestinese. Ascoltare. Nient’altro.

Voglio ricordare Vittorio per quello che davvero è stato e per quel che la sua opera volontaria e disinteressata ha rappresentato per l’intero popolo palestinese, popolo nel quale non mi sento di annoverare la frangia salafita che si è macchiata dell’uccisione di quello che Giulietto Chiesa ha definito “un eroe dei nostri tempi”. Chiunque abbia ucciso Vittorio non è un palestinese. Può avere la nazionalità palestinese, essere nato in Palestina, provenire da un albero genealogico che affonda le sue profondissime ed intricate radici solo ed eslcusivamente in Palestina, ma non è e non sarà mai un palestinese.  Perché, ammazzando Vittorio, ha agito contro gli interessi del suo popolo; perpretrando un omicidio barbaro e insensato ha indebolito la resistenza all’occupazione israeliana, piegato le speranza delle migliaia di persone che confidavano nell’aiuto di Vittorio per poter tornare finalmente liberi e -in buona sostanza- fatto un enorme favore a tutte quelle frange estremiste israeliane che da anni ne invocavano la morte.

Giulietto Chiesa, così come moltissimi altri, ci mette sull’allerta, sostenendo che: “Useranno l’inganno per perpetrare le loro violenze. Come in questo caso orribile. Hanno usato la sigla ‘salafita’ perchè si riversasse sul mondo islamico l’esecrazione inevitabile. Ma era un trucco, ovviamente ignobile, per dirottare l’attenzione. Non volevano nessuno scambio di prigionieri. Volevano uccidere Vittorio. Un ragazzo meraviglioso. Coraggioso, pieno di abnegazione, di idee buone. Scriveva ‘restiamo umani’: era la sua sigla. Niente è stato detto di più aderente alla realtà di cui avremmo bisogno, di fronte alla disumanità che lui ci aveva raccontato: la ferocia dell’assalto contro Gaza, la determinazione di uccidere i civili, di sterminare ‘gli scarafaggi’ che osano esistere in un luogo che Israele ha deciso essere suo. Ma Vittorio è stato ucciso perchè resisteva contro un nemico molto più grande“.

Colpendo Vittorio, si è inteso colpire il cuore pulsante della resistenza palestinese. Perché di resistenza si tratta. Resistenza ad attacchi quasi quotidiani ed indiscriminati, che comprendono rastrellamenti di giovanissimi adolescenti, uccisioni di contadini che si ostinano a voler coltivare “la terra sbagliata”, bombardamenti e raid in piena regola che non fingono neppure di volersi tenere a distanza da obiettivi civili.

I palestinesi amavano Vittorio. E non perché li incitava a rispondere con violenza alla violenza, ma perché li aiutava a difendersi, a rivendicare i diritti che, ogni giorno, vengono calpestati nel più assordante dei silenzi da parte della comunità internazionale. Vittorio era un pacifista. Non di quelli che si limitano ad esporre la bandiera arcobaleno sui loro balconi, è chiaro. Ma solo perché la semplice esposizione di una bandiera, in Palestina, non servirebbe a nulla. Non aiuterebbe i bambini a camminare in tutta sicurezza nelle strade delle loro città, né aiuterebbe i contadini e i pescatori a trovare il modo di sopravvivere mentre qualcuno sottrae loro il diritto alla terra e alle acque pescose. Vittorio Arrigoni non era un uomo violento, ma era un uomo d’azione. E se aveva parole dure nei confronti del governo israeliano è solo perché Israele, in questi ultimi anni, si è macchiata di crimini impronunciabili, spesso condannati -in primo luogo- da eminenti esponenti dell’intellighenzia ebraica e da moltissimi ebrei in tutto il mondo.

Vittorio ha più volte fatto scudo con il proprio corpo alla violenza dell’esercito israeliano. Violenza continua, innegabile, disumana, intollerabile. L’attivista dell’International Solidarity Movement altri non era che uno scomodissimo testimone che si ostinava a raccontare al mondo -attraverso Guerrilla Radio, gli articoli sul manifesto e il suo libro-  cose che non avrebbero dovuto varcare i confini della prigione a cielo aperto più grande del mondo: la Palestina. Il pacifista italiano non si sarebbe mai e poi mai opposto alla convivenza pacifica tra Israele e Palestina, a patto però che la fine delle ostilità  non fosse subordinata alla completa sottomissione dei palestinesi ai dettami israeliani e la cosidetta “pace” non si rivelasse nient’altro che la rinuncia del popolo palestinese a qualunque genere di rivendicazione. Che giustizia sarebbe mai questa? Come potrebbe un vero pacifista accettare che la pace calpesti i diritti di un popolo e passi -solo ed esclusivamente- per la resa incondizionata di una delle due parti alle volontà dell’altra?

Vittorio rivendicava solo il diritto a raccontare l’orrore. Era questa il suo mestiere, la sua missione: fare in modo che la gente sapesse, aprisse gli occhi e non avesse paura di riconoscere il volto di un massacro solo perché, stavolta, a compierlo è un popolo che è stato fatto oggetto di una delle più indicibili barbarie della storia dell’uomo. “Se ho ancora la forza di raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non ha più voce, forse, a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare“. Le sue intenzioni sono tutte racchiuse in questa semplice frase. Vittorio voleva essere il megafono del dolore del popolo palestinese, “non per i morti” -diceva- “ma per i feriti a morte di questa orrenda strage“. Voleva dare modo a quanti vivono nello sconforto e nella disperazione di continuare a sperare, perché se il mondo intero sapesse tutto quel che davvero succede a Gaza non potrebbe continuare a far finta di niente. Per quale altra ragione avrebbe scritto sul suo blog quasi ogni giorno, postato decine e decine di video su Youtube che documentano l’efferatezza degli attacchi israeliani; per quale altra ragione avrebbe riportato, attraverso Facebook, ogni singola perdita, ogni singolo ferimento, ogni singola prepotenza senza mai (mai!) gridare alla rappresaglia, ma solo chiedendo che il massacro venisse fermato?

Vittorio amava dire “non temo le urla dei violenti ma il silenzio degli onesti” e allora, in sua memoria, non diamo credito a quanti infangano il buon nome di Arrigoni, a quanti sputano sulla sua tomba o ridono o godono del suo trapasso, a quanti -in queste ore- hanno fatto richiesta che la voce su Wikipedia che lo riguarda sia cancellata. Vogliono seppellirlo ancora, impedire che il mondo sappia cosa davvero pensava, voleva e -a differenza della stragrande maggioranza dei chiacchieroni dell’ultima ora- faceva.Vogliono far credere che fosse un pericoloso criminale antiseminta, e questo solo perché aveva pesanti parole di sdegno (parole, non bombe!) nei confronti non già degli ebrei (quale accusa infamante!) ma degli israeliani che, prepotentemente, avanzano incuranti della morte che portano tra i civili -vecchi, donne e bambini compresi. Pensateci davvero bene: voi non chiamereste “maledetto” qualcuno che  occupa la vostra casa, la vostra terra, monopolizza le vostre fonti di sopravvivenza e -se la cosa non vi sta bene- arriva ad uccidere vostro figlio? Vittorio non ha mai ammazzato nessuno. Ha solo invocato una giustizia, sia per le vittime che per i carnefici.

Quando usciva in mare in compagnia dei pescatori -in quella che va sotto il nome di operazione Freedom Flotilla- queste e solo queste erano le sue intenzioni: “Ci sono svariegate ragioni per cui usciamo a pescare coi palestinesi, alcune visibilmente concrete e vitali, altre dai connotati simbolici, ma non meno essenziali. Una giornata al largo con noi, a detta dei pescatori, equivale ad una settimana di ordinario lavoro, quando senza internazionali a bordo non si arrischiano a spingersi più di qualche miglia dal porto, dove il pescabile è miserevole, perchè se lo fanno sono morti, feriti quando va bene”.

Nell’inconsolabile disperazione di coloro che lo hanno amato, nelle lacrime di coloro che lo hanno ammirato, nella rabbia di quanti hanno vissuto insieme a lui o attraverso di lui l’orrore e l’ingiustizia della guerra, cerchiamo la risposta alla domanda: chi è stato davvero Vittorio Arrigoni? E se avremo abbastanza coraggio da voler vedere la verità che ormai nuda si svela davanti ai nostri occhi ricolmi di sospetto, troveremo una risposta unanime.

Il mondo non sarebbe stato trafitto da un dolore così intenso se la morte avesse rapito un uomo ingiusto.

Restiamo onesti, restiamo umani, ma non restiamo in silenzio, non lasciamo che la disinformazione e l’uso pretestuoso della grida di dolore Vittorio finiscano per ucciderlo ancora, e stavolta per sempre.

http://www.fanpage.it/lamento-in-morte-di-vittorio-arrigoni/#ixzz1JyMuEtVL
Fanpage Social Media

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VIDEO

video fiaccolata per arrigoni 19/4 al cairo

http://www.youtube.com/user/TahrirSqaureEgypt

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Video I ragazzi di Vittorio

23/04/2011

Stasera, Ore 0,45, Dopo Il Tg Notte

Su Tg3 Agenda Del Mondo

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0b4625b3-555d-4480-add4-d06bc46bf8c7-tg3.html#p=0

http://www.youtube.com/watch?v=cKSAC1XVj1Y 

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